Primi anni Ottanta: Phototeca e le pratiche visuali razziste nel colonialismo italiano
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/15316Parole chiave:
Visual culture, razza, sesso, colonialismo, fotografiaAbstract
Un punto di riferimento importante per la produzione teorica su razza e razzismo in Italia è la mostra e il catalogo La menzogna della razza. Documenti e immagini del razzismo e dell’antisemitismo fascista del 1994. La mostra e il catalogo segnano l’inizio di un corso di studi che vedrà assegnare importanza non più solo all’antisemitismo, ma anche al razzismo coloniale, prima e soprattutto durante il periodo fascista. Tuttavia, già nei primi anni Ottanta, ci sono tracce di riflessioni, di studi, soprattutto per quanto riguarda le pratiche visuali razziste impiegate per la costruzione inferiore dell’altro e dell’altra nelle colonie, atta ad “evidenziare”, per contrasto, la superiorità razziale italiana. In particolare, prenderemo in esame alcuni numeri della rivista Phototeca, anche per evidenziare l’interesse della stessa per i processi di produzione, distribuzione, circolazione e consumo delle immagini, e per il significato culturale delle immagini e della visione, in linea con l’approccio che svilupperanno più tardi i visual culture studies. Tuttavia, i materiali dei primi anni Ottanta guarderanno soprattutto al razzismo culturale prefascista e fascista, mentre la mostra-catalogo La menzogna della razza prenderà in esame anche il razzismo politico, evidenziando il fondamentale passaggio dalla discriminazione culturale alla discriminazione politica.
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