Ermeneutica dell’autobiopic cinematografico: il caso Charlie Kaufman
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/14672Parole chiave:
Charlie Kaufman, autobiopic, biopic, opera omnia, autobiografia audiovisivaAbstract
Il cinema e le serie tv contemporanee sembrano avere abbracciato con una certa forza un nuovo “genere”, il biopic, in quanto racconto audiovisivo di singole vite che si estende sempre di più verso soggetti un tempo fuori dai criteri della comune “biografabilità”. Se fino a qualche decennio fa la biografia audiovisiva era infatti riservata a personaggi la cui notevolezza si dava per consolidata in base a specifici assunti socialmente condivisi (politici, re, condottieri), oggi quasi chiunque sembra potenzialmente “degno” di un biopic. Questa attenzione spasmodica verso le biografie audiovisive è tale da esorbitare anche nella produzione palesata e crescente di “autobiopic”, che prevedono una intersezione più o meno marcata fra istanza enunciante e istanza enunciata. Le categorie di analisi riferite al biopic tradizionale richiedono dunque una revisione, perché solo in parte riescono a rilevare le specificità del racconto cinematico-autobiografico. Allo stesso tempo, la formulazione di una ermeneutica dell’autobiopic può fornire aggiornamenti sul funzionamento del racconto cinematografico del sé. Il caso di Charlie Kaufman, sceneggiatore e regista la cui opera omnia appare come una gigantesca e a tratti circonvoluta autodescrizione, si pone come laboratorio ideale attraverso cui verificare questo nuovo impianto analitico.
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