Realismo e teorie estetiche e semiotiche applicate al cinema a tecnica mista (1900-1988)
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https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/13611Parole chiave:
Finzione, Realtà, Cinema d'animazione, Comunicazione, Teoria ed estetica dei mediaAbstract
L’articolo si pone come riflessione circa il concetto di finzione/realtà applicata al cinema a tecnica mista. L’articolo in particolare si occuperà di un’analisi di tipo diacronico (1900-1988) ed estetologica. Infatti, con la tecnica mista (The Enchanted Drawing, regia di J. S. Blackton, 1900; Gertie il dinosauro, regia di W. McCay, 1914; Mary Poppins, regia di R. Stevenson, 1964; Elliott, il drago invisibile, regia di D. Chaffey, 1977; Chi ha incastrato Roger Rabbit, regia di R. Zemeckis, 1988) è possibile notare come il concetto di confine (innanzitutto spaziale) sia confuso tra finzione e realtà. Nel saggio inoltre sono analizzate alcune interessanti teorie semiotiche ed estetiche, nate perlopiù esternamente al mondo del cinema, di autori come Hans Vaihinger (finzionalismo), Alexius Meinong (oggetti inesistenti), Kendall L. Walton (make-believe), Michel Foucault (eterotopia), applicandole ai film presi in esame.
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