Lo spazio incerto. Curare gli archivi del cinema sperimentale e d’artista
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/8484Parole chiave:
Cinema sperimentale, cinema d'artista, archivio, cinema esposto, museoAbstract
Italia, fine anni Sessanta, prima metà dei Settanta. Un periodo di rivolgimenti in cui s’incrociano i percorsi dei filmmaker sperimentali, spesso giovani “ribelli” provenienti dal mondo dei cineamatori, e di quegli artisti che sentono l’esigenza di provare un linguaggio per loro nuovo, impugnando una cinepresa. Ciò che li accomuna è l’uso dei formati ridotti, amatoriali, in alcuni casi l’adesione agli stessi circuiti (la Cooperativa del Cinema Indipendente) e la ricerca di nuove forme filmiche e altri spazi di fruizione. Sono tentativi, in Italia come in altri contesti internazionali, di mettere in discussione e di rivoltare il dispositivo e il linguaggio cinematografico. Oggi, a distanza di tempo, queste ricerche dagli esiti alterni e spesso incompiuti rispetto ai loro presupposti, ma molto rappresentative di quegli anni, grazie alle possibilità tecnologiche e a un interesse crescente, sono fatti rivivere attraverso mostre, installazioni e proiezioni performativi in spazi museali ed extra cinematografici. Il saggio, sondando uno spazio incerto tra passato e presente, introduce le questioni inerenti alle possibilità e modalità contemporanee di restauro, fruizione ed esposizione degli archivi filmici sperimentali e d’artista, attraverso la riflessione teorica e metodologica, la discussione delle criticità e la presentazione di casi di studio.Pubblicato
2018-12-31
Come citare
Simoni, P. (2018). Lo spazio incerto. Curare gli archivi del cinema sperimentale e d’artista. Cinergie – Il Cinema E Le Altre Arti, 7(14), 37–52. https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/8484
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