Fantozzi. L'eterno ritorno

Autori

  • Gabriele Gimmelli Università degli Studi di Bergamo
  • Andrea Miele Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/7880

Parole chiave:

Fantozzi, Paolo Villaggio, videoessay, slapstick comedy, corpo d'attore

Abstract

L'ipotesi alla base di questo videosaggio è che Paolo Villaggio sia stato gradualmente "fagocitato" dal suo personaggio più famoso, quel ragionier Ugo Fantozzi di cui l'attore, al debutto televisivo, raccontava in terza persona le "tragiche" domeniche impiegatizie.

Passando al grande schermo, Villaggio sceglie di vestire in prima persona i panni del ragioniere. Ma lo sfruttamento intensivo cui egli si sottopone, unito al rapido esaurirsi della sua vena creativa, lo costringono, film dopo film, a una ripetizione estenuante delle medesime gag. E mentre Fantozzi perde via via le proprie caratteristiche satiriche per trasformarsi in una figura più infantile e cartoonesca, il corpo attoriale di Villaggio, al contrario, si fa visibilmente più vecchio e affaticato, incapace di reggere fisicamente il ruolo.

Seguendo le trasformazioni del personaggio e del suo creatore-interprete, il lavoro intende proporre un percorso complessivo (ma tutt'altro che definitivo) all'interno della saga fantozziana. Un saggio audiovisivo costruito come una sorta di polittico, nel quale ciascun capitolo può essere considerato in modo autonomo e, al tempo stesso, come tappa di un discorso più ampio intorno a una delle figure più popolari del cinema italiano del secondo dopoguerra.

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Pubblicato

2018-07-12

Come citare

Gimmelli, G., & Miele, A. (2018). Fantozzi. L’eterno ritorno. Cinergie – Il Cinema E Le Altre Arti, 7(13), 53–57. https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/7880

Fascicolo

Sezione

Speciale