Habla sobre cine. Note su Ugo Casiraghi
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https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/16471Parole chiave:
Archivio, Ugo Casiraghi, film culture, cinema del Terzo Mondo, Cine CubanoAbstract
Creato dal governo rivoluzionario nel marzo del 1959, l’ICAIC (Istituto Cubano del Arte e Indústria) promuove sin dalle sue primissime azioni una specifica lettura della rivoluzione e del suo immaginario, presentandosi inoltre come spazio per una discussione internazionale e cosmopolita sul cinema. Registi, critici, artisti e intellettuali, provenienti da tutto il mondo e solidali alla causa cubana, vengono invitati dall’Istituto e accolti a Cuba dagli esponenti del governo e dal gruppo della rivista Cine Cubano (organo ufficiale dell’ICAIC). Nel dicembre del 1966 anche Ugo Casiraghi, critico milanese dell’Unità, viene ricevuto sull’isola da Alfredo Guevara, esponente del governo e direttore dell’Istituto. La storia di queste relazioni e di questo viaggio si intreccia al percorso di avvicinamento del critico al cinema, agli autori e alla realtà del “Terzo Mondo”. Se da un lato questa visita permette a Casiraghi di consolidare rapporti personali e professionali con gli esponenti del vivace gruppo dell’ICAIC e del Cine Cubano, misurandosi con un contesto politico e sociale che andava riscrivendo il proprio rapporto con l’immaginario rivoluzionario, dall’altro concretizza quel legame che univa saldamente le culture del film italiano allo sviluppo delle strutture e dell’industria cubana. Seguendo “la rete di relazioni e discorsi” (Mariani, Venturini 2017: 43) questo articolo si propone di interpretare la figura di Casiraghi, leggendo il lavoro e l’esperienza del critico alla luce di due importanti definizioni e nozioni, quali quella di “intermediario culturale” (Andreazza 2014) e di “cultural agent of translation” (Salazkina 2012).
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