Romanzo italiano e repubblica globale delle lettere
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2280-9481/10910Parole chiave:
Italian novel, branding, national brands, editorial policiesAbstract
In un articolo del 2016 — “Everything and Less: Fiction in the Age of Amazon” — Mark McGurl analizzava la trasformazione delle pratiche letterarie, e del concetto di letteratura stessa nel contesto della produzione (self-publishing, Kindle Direct Publishing, eccetera) e della distribuzione (amazon.com) on-line. Alla “perdita dell’aura”, sembrava suggerire McGurl, l’epoca della circolabilità immediata (“one-click buy”) avrebbe fatto seguire una simile “perdita” di tutte quelle figure della mediazione sociale — l’editore sostituito dal self- publishing; lo studio tipografico sostituito dal word processor; il critico sostituito dai “likes”, dallo star system, e dalle recensioni dei lettori... — le quali, sin dal suo nascere, avevano dato una forma sociale determinata alla forma-romanzo. Una riflessione simile andrebbe fatta oggi riguardo la produzione e la circolazione del nation-branding italiano all’epoca di piattaforme quali Goodreads, ma anche delle nuove figure del mercato letterario quali quella del literary agent. Sempre più marginale, insomma, pare diventare la figura mediatrice dell’editore che aveva tradizionalmente determinato quali testi, e cioè quali immagini dell’Italia veicolare; e sempre più vigore acquistano invece queste nuove figure che, nella presunta assenza di ogni mediazione, riproducono determinate immagini dell’Italia, o della “qualità letteraria” del prodotto italiano.
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2020 Roberto Dainotto
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.