Repositioning Film Criticism. Spostamenti progressivi nella critica cinematografica tra 1930 e 1970: spazi, relazioni, movimenti
I numerosi e continui cicli di istituzionalizzazione che la critica cinematografica ha attraversato nei decenni non hanno mai pienamente disciplinato un campo che invece è marcato da una fertile mancanza di specializzazione e di uniformità professionale. La storia della critica è quindi, più che la storia di posizioni intellettuali conquistate una volta per tutte, soprattutto la storia di operatori culturali che si spostano nello spazio (ad esempio lungo l’asse centro/periferia, o città/provincia, definito dall’esperienza cinefila e dal percorso biografico di molti critici), all’interno delle istituzioni (politiche, educative, militari, spesso destinazione delle carriere degli operatori della critica), tra le diverse parti del sistema dei media (con connessioni tra stampa, radio, tv, media digitali), tra contesti nazionali e culturali differenti. L’attività critica crea connessioni occasionali e durature attraverso momenti e rituali propri (i festival, le grandi polemiche) che ridefiniscono la geografia della produzione culturale. La critica è anche la porta di ingresso al mondo della produzione intellettuale per soggetti tradizionalmente marginalizzati e sottorappresentati (per ragioni di genere, classe, ideologia, appartenenza etnica e religiosa), quindi la pratica che consente di accedere a professioni e ambienti dotati di maggiore riconoscimento culturale e istituzionale.
Lo scopo del fascicolo, in linea con la ricerca Per una storia privata della critica cinematografica italiana 1930-1970, è quello di raccogliere contributi che ragionino attraverso esempi e casi concreti sulla critica come sistema di relazioni e come pratica generatrice di spostamenti, trasgressioni, riposizionamenti reali e simbolici. La ricerca è focalizzata sul contesto italiano, ma saranno benvenute proposte in grado di illuminare altri contesti nazionali.
Saranno valutate con particolare interesse proposte che prevedono l’uso di fonti scritte e non scritte collaterali alla produzione critica ufficiale (corrispondenze, registrazioni, fotografie, materiali redazionali, ephemera), così come metodologie capaci di mettere in luce modalità innovative di visualizzazione del lavoro critico (come la new cinema history o le digital humanities). L’arco temporale insiste su un periodo lungo, nella convinzione che ciò possa far emergere dinamiche dalla durata estesa, sviluppi complessivi di processi di istituzionalizzazione, ma anche “sconfinamenti” che travalichino cesure macro-storiche. Inoltre, il periodo preso in esame (con particolare riguardo per gli anni Trenta/ Quaranta e gli anni Settanta) vede diverse generazioni confrontarsi nell’agone critico, incrementando la complessità e la multidimensionalità delle fluttuazioni di campo.
Il numero invita contributi riguardanti – anche se non esclusivamente:
- il rapporto centro/periferia e città/provincia nella geografia della critica;
- il percorso della critica e dei critici all’interno di ambienti e contesti mediali;
- il nesso anagrafico – geografico (ad es. provincia giovane vs. centro paludato)
- il riposizionamento dei critici in termini professionali e ideologici;
- i viaggi, le collaborazioni e le reti transnazionali;
- gli spazi del lavoro critico;
- la critica come forma di diplomazia culturale;
- l’ingresso della critica nelle istituzioni educative, culturali, religiose e politiche;
- la critica come porta di accesso all’ecosistema culturale per soggetti sottorappresentati (minoranze, comunità di opposizione, donne).
Dettagli per la presentazione delle proposte:
Si chiede di inviare le proposte corredate di un abstract (300-500 parole) e di una breve nota biografica a Jennifer Malvezzi, Andrea Mariani e Paolo Noto jennifer.malvezzi@unipr.it paolo.noto2@unibo.it andrea.mariani@uniud.it entro il 12 novembre 2022 [oggetto: Repositioning Film Criticism + Nome Cognome autore/i].
Le notifiche saranno comunicate entro il 22 novembre 2022.
Nel caso in cui la proposta venga accettata, all’autore/autori è richiesto l’invio dell’articolo per il 2 febbraio 2023.
Gli articoli devono avere lunghezza non superiore alle 6000 parole e possono includere immagini, clip e link.
All’autore è richiesto di chiarire autorizzazioni e diritti di pubblicazione per eventuali documenti iconografici o d’archivio inclusi nella pubblicazione.
Gli articoli saranno sottoposti a valutazione double blind.
La pubblicazione del numero è prevista per giugno 2023.