Call for papers – Scrivere lo spazio con le immagini in movimento: percorsi espositivi, museali e urbani (aggiornamento)

2018-03-30
Proroga invio proposte: 15 aprile 2018A cura di Francesco Federici (Università Iuav di Venezia)/Elisa Mandelli (Link Campus University)

La pervasività delle immagini in movimento negli spazi espositivi è una delle cifre più caratteristiche del panorama artistico e mediale contemporaneo e si manifesta in forme che vengono continuamente ridefinite dall’uso e dalla ricerca artistica. Molto è stato scritto in una prospettiva estetica sul cosiddetto effetto cinema nell’arte contemporanea (l’effet cinéma di cui parla Dubois 2006), sulla rilocazione (Casetti 2012) del cinema nel museo, e su quell’insieme di fenomeni che sono stati di volta in volta identificati come “cinema d’esposizione” (Royoux 1997, 2000), “altro cinema” (Bellour 2000), “cinema d’artista” (nell’accezione, ad esempio, che ne dà Connolly 2009), othered cinema (Balsom 2013). Inoltre, un numero crescente di ricerche si va in tempi recenti interrogando sulle forme di penetrazione delle immagini in movimento negli spazi del quotidiano, dagli scenari urbani ai contesti privati (De Rosa 2013, Ravesi 2011).

Su questa seconda linea, che si distanzia da un’analisi dei fenomeni artistici in senso stretto, restano tuttavia ancora numerosi snodi da indagare, data la complessità e la pervasività di queste forme nella cultura visiva contemporanea. In particolare, non si è ancora adeguatamente preso in considerazione il ruolo delle immagini in movimento nella progettazione degli spazi espositivi, qui intesi come percorsi museali dedicati al cinema, dal punto di vista storico, estetico o tecnologico (si pensi alle mostre proposte dalla Cinémathèque française o al Museo del cinema di Torino), ma anche allestimenti permanenti o temporanei di musei come quelli di storia, della scienza e della tecnologia, archeologici o etnografici (si pensi ai musei curati da Studio Azzurro). Ad essi si aggiungono le fiere e le grandi esposizioni, oltre che le presentazioni commerciali in vetrine e spazi promozionali, che sfruttano a vario titolo le immagini in movimento. Ancora, necessitano di essere più diffusamente investigati i progetti che escono dallo spazio museale per entrare nel tessuto urbano, in particolare i percorsi che si intersecano con le trame architettoniche delle città, come avviene in occasione di festival (come la Screen City Biennal o il Façade Festivals), i percorsi di videomapping o ibridazioni con l’arte, come nel caso di Doug Aitken a New York con Sleepwalkers (2007) o a Roma con Frontier (2009).

Le forme di scrittura dei percorsi museografici sono influenzate da sempre più sofisticate tecniche di exhibition design, che possono andare dall’uso di dispositivi video alle nuove forme di realtà aumentata e virtuale, come ben mostrato da alcune accurate realizzazioni museografiche in contesti sempre più vari. La scrittura dello spazio come vuole essere analizzata in questo speciale è da intendersi come il processo di costruzione di un percorso insieme fisico e cognitivo, che struttura sia la spazialità che la temporalità di fruizione.

In che modo le immagini in movimento contribuiscono a delineare la fisionomia degli spazi in cui sono installate? Come si strutturano le forme di ricezione spettatoriale? In quali forme gli exhibit sono integrati tra loro e con le immagini in movimento, a costruire il percorso museografico? Come sono state utilizzate le immagini in movimento nelle varie tipologie di spazi espositivi e di presentazione nel corso del XX secolo? Quali sono i supporti utilizzati e come si può costruire una loro storia? Qual è il ruolo dell’exhibition designer e come lavora con le immagini in movimento? Qual è infine il ruolo delle nuove tecnologie e in particolare delle forme digitali in questi contesti?

Questo speciale vuole esplorare l’uso delle immagini in movimento come supporto museografico e di presentazione, in una prospettiva che si distanzia dalle istituzioni dell’arte contemporanea per interessarsi a tutte le forme di scrittura dello spazio espositivo attraverso il cinema, il video e altri dispositivi legati alle immagini in movimento, concentrandosi sui contesti museali, commerciali e fieristici, architettonici e urbani, anche con un approccio storico.

Di seguito sono elencate alcune delle linee di indagine, non esclusive, che possono essere seguite:

  • Forme di exhibition design – design dell’allestimento
  • Il ruolo dell’exhibition designer o del visual designer
  • Forme di progettazione dello spazio con le immagini in movimento
  • Le immagini in movimento nelle mostre (permanenti o temporanee) dedicate al cinema
  • Le immagini in movimento negli allestimenti (permanenti o temporanei) dei musei (storici, della scienza e della tecnologia, archeologici, etnografici)
  • Le immagini in movimento nelle presentazioni fieristiche o commerciali
  • Percorsi museografici urbani legati all’uso delle immagini in movimento
  • Forme di ricezione spettatoriale
  • Analisi dei dispositivi di supporto museografico (schermi, proiezioni, realtà virtuale, realtà aumentata)
  • L’esposizione delle immagini in movimento al di fuori dei contesti artistici a partire dall’inizio del XX Secolo
Scadenze e istruzioni

A un numero limitato di contributi di ampio respiro (indicativamente 30mila battute), sarà affiancato un numero interventi che si concentrerà su analisi di caso (indicativamente 20mila battute).

Si richiede l’invio di un abstract di 300-500 parole (insieme a una breve biografia del proponente) entro il 15 aprile a mandelli.elisa@gmail.com e francesco.federici@iuav.it.

Gli articoli selezionati – in italiano o in inglese – dovranno pervenire entro il 30 giugno e saranno sottoposti a double blind peer review. Il numero 14 di Cinergie sarà pubblicato nel mese di dicembre 2018.

Riferimenti bibliografici

S. Arcagni, Oltre il cinema: metropoli e media, Turin, Kaplan, 2010.

Id., Screen city, Rome, Bulzoni, 2012.

E. Balsom, Exhibiting Cinema in Contemporary Art, Amsterdam, Amsterdam University Press, 2013.

R. Bellour, “D’un autre cinéma”, Trafic, n. 34, summer 2000, pp. 5-21.

G. Bruno, Atlante delle emozioni: in viaggio tra arte, architettura e cinema, Milan, Bruno Mondadori, 2006.

F. Casetti, “The Relocation of Cinema”, NECSUS: European Journal of Media Studies, n. 2, autumn 2012, http://www.necsus-ejms.org/the-relocation-of-cinema/.

M. Colleoni, F. Guerisoli, La città attraente: luoghi urbani e arte contemporanea, Milan, EGEA, 2014.

M. Connolly, The Place of Artist Cinema: Site, Space and Screen, Bristol-Chicago, Intellect, 2009.

M. De Rosa, Cinema e postmedia. I territori del filmico nel contemporaneo, Milan, postmedia books, 2013.

P. Dubois, “Un ‘effet cinéma’ dans l’art contemporain”, Cinéma&Cie: International Film Studies Journal, n. 8, autumn 2006, pp. 15-26.

P. Dubois, E. Biserna, e P. Brown (a cura di), Cinema, Architecture, Dispositif, Udine, Campanotto Editore, 2011.

F. Federici, Cinema esposto. Arte contemporanea, museo, immagini in movimento, Udine, Forum, 2017.

S. McQuire, The Media City. Media, Architecture and Urban Space, London, SAGE, 2008.

E. Mandelli, Esporre la memoria. Le immagini in movimento nel museo contemporaneo, Udine, Forum, 2017.

G. Ravesi, La città delle immagini: cinema, video, architettura e arti visive, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2011.

J.-C. Royoux, “Pour un cinéma d’exposition. Retour sur quelques jalons historiques”, Omnibus, n. 20, april 1997.

J.-C. Royoux, “Cinéma d’exposition : l’espacement de la durée”, Art Press, n. 262, november 2000, pp. 36-41.

P. Virilio, “Dal media building alla città globale: i nuovi campi d’azione dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea”, Crossing, n. 1, december 2000, pp. 5-15.