Il quarto numero di Cinergie – Il cinema e le altre arti si presenta particolarmente ricco di contenuti. Anzitutto vale la pena sottolineare la densità dello Speciale su crowdsourcing e il crowdfunding nell’economia dell’audiovisivo contemporaneo. Si tratta di un tema molto sentito dalla cultura di oggi, tanto è vero che si moltiplicano convegni, iniziative e numeri di rivista su questo argomento. Nel nostro caso, la curatela di due giovani ricercatori come Marta Martina e Nicolò Gallio ha garantito di poter ospitare studiosi italiani e internazionali con il dono della freschezza e dell’aggiornamento scientifico. Il monografico, dunque, si candida da subito a diventare un punto di riferimento sul settore, in rapida trasformazione.
Aggiungiamo che il lettore troverà, in altre sezioni (per esempio Orienti/Occidenti e Art&Media Files), anche saggi in lingua francese. Si conferma la natura trasversale di Cinergie: da una parte il rispetto di tre lingue fondamentali per i film studies, come il francese, l’italiano (con cui ci esprimiamo) e ovviamente l’inglese; dall’altra, la presenza di studiosi anagraficamente emergenti, dunque con tutto quello che di rinnovamento bibliografico ed energia intellettuale ciò comporta, affiancati a firme più mature di prestigio internazionale (Jean-Michel Frodon, ma vale anche per un analista come Chuck Tryon).
Qualche aggiunta sul profilo geografico e, per così dire, demo-cinematografico del nostro orizzonte: sul presente numero ospitiamo pezzi (tutti referati, come sempre) anche sulla commedia gogoliana e l’Ucraina pittoresca, sulla ricezione del cinema sovietico, sulla biopolitica in Dick, sul rapporto storico tra il concetto di archivio e la bande dessinée, sul rapporto tra cinema asiatico ed Europa, e un intero panel di pezzi sull’horror italiano alla luce di approcci analitici recenti. L’equilibrio tra una rivista dalle vedute ampie e fondate, e una rivista che si occupa di troppe cose, ovviamente è instabile, e sottile è il filo che regge tutte le sezioni della rivista. Vale la pena però sottolineare che Cinergie propone esclusivamente saggi di ambiti disciplinari conosciuti dai suoi redattori o curatori di sezione, e infine approvati dai referees. Questo, secondo le regole scientifiche che la nostra comunità si è attribuita, deve mettere al riparo dagli eccessi di zelo e contribuire anzi ad allargare il compasso a campi spesso trascurate nel cinema, dalla russistica alle analisi rappresentazionali (come nel caso del saggio sull’Università, che ci permette di affrontare temi di organizzazione culturale del nostro presente attraverso la critica accademica).
Infine, due parole sulla piccola mutazione interna all’ultima rubrica. Critica, Cinefilia e Festival Studies indica semplicemente l’allargamento della sezione al settore della ricerca sui festival, indotta anche dalla nascita di una branca italiana (coordinata dal sottoscritto) del Film Festival Research Network. Come per la critica e la cinefilia, anche dei festival ci occuperemo attraverso schemi di analisi e teorizzazioni, oltre che attraverso saggi che ne tocchino tangenzialmente i processi operativi (l’horror nazionale questa volta).
Buona lettura.