Il Far East Film Festival, l’oramai storico festival udinese dedicato alle cinematografie popolari dell’estremo oriente e del sud-est asiatico, giunge alla sua 26ª edizione.
Accanto alla consueta esplorazione dei vari generi cinematografici, che spaziano dall’azione (Ransomed, 2023; Rob N Roll, 2024) al dramma (In Broad Daylight, 2023; Mimang, 2023), dall’horror (Death Whisperer, 2023; The Train of Death, 2024) alla commedia (Wonder Family, 2023; When This Is All Over, 2023) e oltre, la line-up di settantanove proiezioni (50 in concorso e 29 fuori concorso), tra cui undici anteprime mondiali, ha affrontato tematiche contemporanee di profonda rilevanza culturale e civile. Tra queste, sono emerse la condizione femminile, le disuguaglianze di genere, l’identità personale, la crisi dell’istituzione familiare, la salute mentale ecc. Fin dalla serata inaugurale, questa edizione ha voluto sollecitare una riflessione critica sulle cruciali questioni del nostro tempo.
Tra le opere più significative del FEFF26 che hanno messo in luce le pressioni sociali e le disuguaglianze di genere, si distinguono tre film del 2024: YOLO – You Only Live Once, commedia cinese che ha inaugurato l’evento, Citizen Of A Kind, vincitore del premio “Gelso d’Oro per la miglior sceneggiatura”, e il film giapponese Voice. Diretto da Jia Ling, celebre per il suo approccio umoristico e provocatorio, YOLO affronta la pressione degli ideali estetici imposti alle donne cinesi attraverso il personaggio di Le Ying, così esplorando la lotta per l’accettazione di sé e la libertà individuale. In un contesto simile, Citizen Of A Kind di Young-ju Park narra la storia di una madre single in Corea del Sud alle prese con il crimine informatico, celebrando la forza e la resilienza delle donne di fronte alle sfide quotidiane e mettendo in luce le disuguaglianze di genere e la vulnerabilità sociale. Infine, Voice si compone di tre episodi indipendenti che, ispirati all’esperienza personale della regista Yukiko Mishima, esplorano il tema dello stupro e delle sue conseguenze. Il film intreccia le vite di un’anziana trans, un agricoltore e una giovane donna, tutti uniti da un trauma profondo e dalla resilienza. Voice offre una potente dichiarazione sulla complessità della condizione umana e sull’importanza di trovare la propria voce interiore per guarire.
Il FEFF26 ha esplorato tematiche cruciali come la salute mentale giovanile e le disfunzioni familiari, i contrasti intergenerazionali e il cammino verso l’accettazione di sé, unitamente alle sfide complesse delle identità culturali e alle significative difficoltà affrontate dalle minoranze sessuali nelle società conservatrici. Time Still Turns The Pages (2023) di Nick Cheuk si è concentrato sulla salute mentale giovanile, evidenziando come le pressioni sociali influenzino negativamente i giovani, sia a scuola che in famiglia. Nonostante sia il suo debutto, il film ha ottenuto il terzo posto nell’Audience Award, preceduto solo da Takano Tofu (2023) di Mitsuhiro Mihara e Confetti (2024) di Naoya Fujita. Proveniente dalla Corea del Sud, A Normal Family (2023) di Hur Jin-ho, invece, esplora le tensioni morali e i conflitti generazionali all’interno di una famiglia apparentemente perfetta, mettendo in luce la disfunzionalità celata dietro le apparenze. Nel frattempo, The Trouble Girl (2023) di Chin Chia-hua offre un ritratto realistico della vita con ADHD, esplorando le sfide quotidiane di chi convive con questa condizione. Questi film incoraggiano una maggiore comprensione e sostegno per coloro che affrontano disturbi mentali e disfunzioni familiari, sensibilizzando sulle complessità della vita moderna. Opere come Fly Me To The Moon (2023) di Sasha Chuck, ambientato principalmente a Hong Kong, e Becky And Badette(2023) di Jun Robles Lana, nelle Filippine, sono notevoli per il loro impatto e la profondità narrativa. Nel primo, la regista Sasha Chuck dipinge vividamente la diaspora cinese a Hong Kong, esplorando le sfide e le dinamiche interne complesse di una famiglia di immigrati nel tentativo di adattarsi in una città cosmopolita attraverso le generazioni. Dall’altra parte, Becky And Badette è un esempio di come il cinema possa sfidare stereotipi e aspettative, offrendo una visione fresca e audace della vita queer nella società contemporanea filippina. Celebrando l’accettazione di sé e la libertà personale, il film esplora con umorismo e sensibilità tematiche come il queerbaiting e la cancel culture, sollecitando il pubblico e le sue percezioni sulle relazioni queer.
Questa edizione ha dedicato spazio anche alla crescita professionale e al fallimento, trattati con una prospettiva originale nell’opera The Movie Emperor (2023) di Ning Hao, una commedia satirica ambientata nell’industria cinematografica cinese che esplora le vanità e le complessità della vita nel mondo del cinema nazionale. Inoltre, The Lyricist Wannabe (2023) di Law Wing-sze, ambientato nel settore musicale di Hong Kong, che segue le sfide di un aspirante paroliera nel competitivo panorama musicale della città. La sincera narrazione del film ha esplorato le tensioni personali e professionali di chi cerca di emergere nel mondo dell’arte e della creatività, offrendo uno sguardo profondo e riflessivo sulle ambizioni e sulle realtà del perseguimento dei sogni. Le due opere sono apprezzabili per il loro acuto commento sociale e la capacità di intrattenere mentre stimolano una riflessione critica, affrontando audacemente temi delicati con una narrazione leggera ma incisiva.
In chiusura, due menzioni d’onore: Motion Picture: Choke (2023) di Gen Nagao e 12.12: The Day (2023) di Kim Sung-soo. La prima affronta con geniale originalità l’eterna resistenza e resilienza delle donne contro il patriarcato in una narrazione distopica, potente e evocativa, che lascia piena libertà interpretativa. Ambientato in un futuro o forse in una realtà alternativa priva di società civile e linguaggio umano, il film si basa su silenzi, gestualità e qualche primitivo grugnito per esprimere la sua forza. La protagonista, interpretata dalla brillante Misa Wada, vive isolata in un edificio abbandonato, godendo inizialmente di un paradiso solitario, ma presto disturbato dall’arrivo di figure maschili antagoniste, scatenando conflitti che riflettono in miniatura la storia umana: guerra, schiavitù e l’ascesa del patriarcato. Il climax evoca con un tocco surreale e provocatorio le forze oscure che plasmano il destino umano, interpretando i fattori socio-culturali, politici e psicologici che portano a intricate e inevitabili conseguenze delle azioni umane. La narrazione invita a un viaggio onirico attraverso le profondità dell’anima umana, stimolando la riflessione su aspetti intimi e universali della condizione umana e incoraggiando gli spettatori a esplorare e comprendere meglio sé stessi e il mondo che li circonda. In ultimo, 12.12: The Day non si è limitato a fornire una narrazione accurata della tumultuosa transizione politica avvenuta nel dicembre 1979, che ha seguito l’assassinio del presidente Chung-hee Park, ma ha anche voluto suscitare una riflessione profonda sul potere, sulle ambizioni politiche e sul loro impatto nel tempo. Si propone come un’occasione preziosa per educare il pubblico sulla storia contemporanea della Corea del Sud attraverso un approfondimento dei suoi eventi cruciali, dimostrando come il cinema possa efficacemente promuovere la memoria storica e ampliare la comprensione delle complesse trasformazioni socio-politiche di un paese.
Oltre alla selezione di film, il FEFF26 ha ampliato la sua esplorazione di tematiche sociali e culturali rilevanti attraverso la consueta e consolidata serie di attività collaterali, fra cui talks, workshop, masterclass, rassegne stampa e red carpet. Tra le iniziative più rilevanti, gli incontri pomeridiani e il podcast “Bambù Talks”, creato in collaborazione con Chora Media, il quale ha affrontato questioni fondamentali dell’Asia contemporanea, tra cui politica, cultura queer, diritti civili, nazionalismi, eco-sostenibilità e l’impatto dei social network. Queste attività hanno stimolato un dialogo critico e informato, arricchendo la comprensione globale grazie al confronto interculturale.